SABATO 12 NOVEMBRE 2016
Si chiama VINO È la manifestazione organizzata da FISAR negli spazi iconici della Stazione Leopolda di Firenze. L’occasione è unica, per la prima volta FISAR apre al grande pubblico un momento solitamente esclusivo come il Congresso Nazionale. Un modo diretto e trasparente di presentare l’associazione, le competenze, le attività e l’amore per il vino. L’evento è rivolto a tutti: operatori del settore, appassionati, soci o semplici curiosi. 100 aziende in degustazione, con i banchi di assaggio delle migliori aziende provenienti da tutta Italia per un totale di oltre 500 vini in degustazione nei due giorni. L’evento invita a un vero viaggio culturale e storico attraverso territori e zone vitivinicole cosi tipiche e particolari dell’Italia, per scoprire realtà conosciute e meno conosciute. Non mancheranno degustazioni a tema guidate da enologi e esperti del settore che coinvolgeranno realtà italiane e non solo. Ma anche verticali di grandi annate e degustazioni di selezioni speciali come i vini d’anfora. E ancora
approfondimenti su eccellenze come l’Amarone della Valpolicella, gli spumanti italiani e i vini rossi della Costa Toscana. Il vino sarà il protagonista in tutte le sue forme. Non solo come prodotto finito e degustabile, ma anche come prodotto di territori, culture, storia, e sistemi di vinificazione sostenibile. Incontri e approfondimenti sul tema della
sostenibilità della filiera si alterneranno sul palco e vedranno protagonisti in approfondimenti diversi il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e Slow Food. Non solo: Stazione Leopolda apre le sue porte alla vigna, attraverso gli originali allestimenti di filari di barbatelle e piante che hanno legami stretti con le viti e con il vino, a cura di noti vivaisti toscani. Nella giornata di sabato la presentazione in anteprima nazionale del libro RAI Eri Signori del Vino, edizione cartacea dalla fortunata trasmissione di Rai Due, con la partecipazione sul palco di Marcello Masi e Rocco Tolfa. La prefazione del libro è stata affidata a Carlo Petrini, la postfazione al filosofo Tullio Gregory e il “glossario della parole del vino” al giornalista Roberto Rabachino.
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